Guerra e rivoluzione

Guerra e rivoluzione, questa fu forse la prima grande contraddizione da risolvere. Nell’ambulatorio di psichiatria, per trovare una traccia storica per me e per il paziente, tra la mia curiosità e la sua curiosità…cercavo la parola rivoluzione. Ed invece lui parlava della guerra. 50.000 vittime, i morti; il bombardamento della città ordinato dall’ultimo Nerone moderno, Somoza, nella folle idea di mettere in ginocchio un popolo in cammino verso la liberazione… E l’immagine di Hector con il corpo di un bambino in braccio, con la puzza di fumo e morte nelle narici e l’assordante rumore dei mortai, o il sibilo tremendo di una bomba da “500 libras”… Hector che dopo andò a Cuba per studiare a che ora viene a trovarci al C.A.P.S., “centro de atenciòn psicosocial”. Con molti sforzi allora…e tutt’ora…rinunciai al sapore romantico della parola rivoluzione. Forse questo più di tante altre ragioni, mi motivò alla lettura di tutto ciò che riguardava la storia del Nicaragua ed in particolare dell’ultimo secolo.