Fuga da Tripoli

Il 5 gennaio partimmo per Tripoli e dopo aver pernottato nei pressi di Castel Benito giungemmo a Tripoli la mattina del 6. Anche Tripoli rividi con piacere dopo oltre un anno, ma al pensiero di dover abbandonare anche questa città, il piacere si convertiva in dolore. Rividi Gaetano e famiglia ma questa volta non potevamo trascorrere le giornate nella letizia a causa dei quotidiani e sconfortanti avvenimenti. La moglie e i figli partirono per l’Italia, mentre noi restammo a Tripoli fino al 20. Il 21 alle ore 9 lasciammo Tripoli diretti a Zuara. Tutti i militari avevano già abbandonato la città e sul viso dei poveri civili si leggeva lo sgomento e il terrore che cercavano di celare. Gli arabi invece si davano da fare a spogliare i magazzini le caserme e tutte le abitazioni civili rimaste disabitate. Dette case erano disabitate perché i proprietari erano partiti per l’Italia, mentre le autorità locali non si interessano a farle occupare dai poveri profughi della Cirenaica, che dormivano ammassati nelle scuole e nelle case del fascio. Lasciammo così Tripoli in preda al terrore e in balia dei ladri.