“Fiesta patronal de San Roque”

Per fatalità ci capitò di andare ad abitare a Callejòn San Roque, dove era situata la cattedrale dedicata a San Rocco, protettore della città. Fatalità perché capitammo lì proprio nei giorni che fervevano i preparativi per i festeggiamenti annuali del santo.

La casa era situata, come le altre, a pianterreno, con la porta principale che s’affacciava sullo stradone percorso da un servizio ferroviario; un’altra porta dava sul cortile.

La mattina seguente, di buon’ora, senza alcun preavviso, vennero a inchiodare delle grosse assi di legno alla porta d’ingresso e alla finestra che le stava accanto. Naturalmente non riuscivamo a capacitarci per quale ragione ci stessero blindando la casa. Vedendo che lo stesso trattamento lo facevano anche alle case accanto, scartammo immediatamente il sospetto che si trattasse di un’azione punitiva riservata unicamente a noi in quanto stranieri.

Ci aiutavamo a capire qualcosa soltanto per intuito, perché di domandarne spiegazioni non se ne parlava neanche. Infatti la difficoltà della lingua spagnola si rivelò più forte di quanto credevamo, illusi di trovarci molte più affinità con l’italiano. Solamente quando vedemmo lo scopo finale di tutto quel frenetico lavorio, ci spiegammo la ragione delle sue varie fasi di allestimento: avevano tappato gli usci al solo scopo di protezione degli abitanti della casa. avevano chiuso, sempre coi tavoloni, tutti gli accessi alle strade laterali che sbucavano sullo stradone e sospesa la circolazione di tutti i mezzi di trasporto. E sbirciando attraverso le fessure del tavolato, potemmo finalmente vedere qual era lo scopo. Vai un po’ ad indovinare? Era nientemeno che una corrida! Una corrida che si svolgeva lungo tutto lo stradone e a disposizione di chiunque volesse esibirsi. […]

Certo è che il passaggio dai ritmi romani alle corride per strada, per noi fu come un battesimo di fuoco che ci aprì subito gli occhi ad una realtà completamente nuova.