Due record del mondo
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Mestieri
docente universitarioLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
PerùData di partenza
1978Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)![](https://www.idiariraccontano.org/wp-content/uploads/2020/04/ADN1998_Saccomani_Gian_Antonio_D_00_0022._crop.jpg)
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La spedizione scientifica alla quale partecipa Saccomani nel 1978 in Perù è coronata da due record mondiali che l’ingegnere contribuisce a realizzare, uno in prima persona e uno con altri subacquei.
Il mercoledì 12 il tempo è brutto e fa freddo; attendiamo nel lagher 28 che ci chiamino se hanno bisogno di noi e intanto facciamo: casino, mestieretti, discussioni violente, scala 40 ecc. Arrivano Bosco, Zavatto e l’Americo e avvisano che è arrivata l’energia elettrica. Mi metto rapidamente la muta, prendo tutta l’attrezzatura e con i due rianimatori e partiamo con una camionetta: questa camionetta si rompe davanti all’Istituto; lì c’è Majol che aveva un appuntamento con Data (che non si fa vedere e non avvisa) e quindi è incazzato al cubo; gentilmente ci fa accompagnare dal prof. Massuda a Uacrakocha e noi tre stiamo lì come mone perchè: – l’energia non è arrivata – non arriva nessuno – siamo senza camionetta per il ritorno -nevica e siamo senza mangiare; Bosco dice cose irripetibili. Alle 15,30 arriva Galfetti con tutti i sub e ci porta da mangiare: niente immersione perchè tanto il prof. non si è fatto vedere. Allora andiamo con i cineasti italiani e giapponesi e con Majol a Passo Tiklio (altitudine 4.843 m.s.l.m.) dove c’è la “ferrovia mas alta do mundo” ed un lago: gran foto e film e poi io m’immergo nel lago a – 6 m con ARO. Sono il primo ad immergermi con autorespiratore a quell’altezza: prego Galfetti (commissario CMAS) di registrare nel mio carnet questa immersione.
Rientriamo al lagher 28 e finalmente mi levo la muta; intanto casino, Gasco non è più tanto spiritoso, Modugno è incazzatissimo, baruffe varie, siamo tutti un po’ nervosi, l’ambiente si va deteriorando. Il giovedì 13, tempo variabile, il prof. è ammalato, ma andiamo lo stesso tutti alla zattera: Zavatto dirige la parte medica con Bosco e Pitrollo; io faccio assistenza agli apneisti finchè si esaurisce la bombola dell’ARO (il bombolone di ricarica ha solo 70 – 80 atm e quindi abbiamo poca autonomia); faccio qualche foto con la calipso, chissà cosa avrò fatto; intanto fa assistenza Merli e poi Gasco con Coia (tutti con l’ARO); gli apneisti sono Lele, Giglio e Rizzo ( si è deciso che facciamo solo tappe a – 5 m e – 10 m; il Galfetti ha un gran d’affare a tirar su la zavorra mobile ad ogni immersione); esperimenti positivi con palloncino (tutti tre), prelievi di sangue (Rizzo e Giglioli – Rizzo non va molto bene) e poligrafo con Covi. Si rientra presto, facciamo tempo a mangiare a Tucto, e poi faccio qualche foto in paese a Morokocha. A Sera arriva il generatore, Bona si tira su dal letto, il prof. parte per Lima.
Tempo favolosamente splendido (tutto ultravioletto) il venerdì 14: soliti ritardi, il generatore funziona. Corro a mettere in funzione il sellasub con l’aiuto di Galbiati: va bene, ma devo fermarlo perchè non c’è sufficente potenza per tutte le apparecchiature della zattera; tutti fermi per far funzionare l’apparecchio radiologico della Stralix M.; li il subsella posso portarmelo via: tanta fatica e spese per niente, senza contare il freddo che tormenta i sub. Comincia a funzionare lo Stralix: facciamo lastre e scopie in superfice, a – 5 m, a – 10 m, con Giglio, Lele e Rizzo (Sergi è stato malato quasi sempre ed oggi è convalescente) assistiti da Coia, Merli e Gasco con ARO. Io riposo per modo di dire, è tutto un correre. C’è una gran bagarre, tutti litigano, tutti gridano la loro e durante un prelievo toccano un nervo radiale a Gilio, gran dolore, che resta con braccio e mano paralizzati. Il sabato 15 aprile comincia con un tempo molto coperto, poi schiarisce e verso le 13 attacca a nevicare; faccio prelievo di sangue, colazione, poi di nuovo al lagher, mi metto l’unisuit ed andiamo all’Uacrakocha. Visto che non è arrivato nessuno organizziamo un’immersione con l’ARA; sul gommone, guidato da un marinaio ci imbarchiamo: Galfetti, Gian, Coia, il tenente della Marina Militare Peruviana Francisco Ariduaga Cavero ed il dott. Zavatto. Scandagliamo e troviamo un fondale di – 32 m e filiamo un peso con un cavo da 20 mm. Galfetti ci aveva calcolato questa immersione: discesa 4′ – permanenza a – 32 m 8′, – risalita 5′ – tappa a – 3,5 m 2′ – tappa a -1,8 m 5′. Ci immergiamo alle ore 12,35, tutto regolare e perfettamente: ho guidato io perché in possesso di orologio e profondimetro regolabile in altitudine; usciamo alle 12,59 ; le tabelle del Galfetti sono O.K. e noi siamo recordmans mondiali. Al rientro, Pancio lo dice a Majol che va in escandescenze, insulta tutti, pianta grane, tiene un colloquio segreto con il prof (appena rientrato da Lima) e si tiene la rabbia.
Il viaggio
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Mestieri
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PerùData di partenza
1978Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli altri racconti di Gian Antonio Saccomani
La spedizione
A seguito di segnalazione di Galfetti e Lucatelli il 6 gennaio 1978 ho preso contatto col...
A 4000 metri
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La zatterina
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