Mestieri
hostess di voloLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
Stato di PalestinaData di partenza
2000Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)In una città disseminata di checkpoint, Hebron, divisa tra israeliani e palestinesi, Roberta Mugnai è nella task-force voluta dall'Onu che osserva lo svolgimento della quotidianità e relaziona sugli episodi piccoli e grandi che avvengono tutti i giorni per le strade.
Ricordo che proprio di fronte al settlement Beit Romano fu arrestato un giovane palestinese sospettato di qualcosa. Alcuni arabi, al nostro arrivo, ci pregarono di filmare l’arresto del malcapitato e di seguire il “caso”. Ero in turno con l’osservatore turco Back-man, rimanemmo lì per molto tempo filmando e fotografando. Intanto si era formato un capannello di arabi che strillavano, gesticolavano, si disperavano e alzando le braccia minacciosi nei riguardi dei militari contestavano il sequestro. Passò circa un’ora, arrivò la madre che disperandosi cercò di sottrarre il proprio figlio dalle mani dei soldati. C’era molta confusione, tutti parlavano a voce alta, io continuavo a scattare foto anche se non riuscii a fotografare il giovane perché era sempre di spalle e avvicinarsi troppo ai militari potevamo dare l’impressione non di raccogliere solo informazioni, ma di indagare troppo e questo non rientrava nei nostri compiti Fu rilasciato, i parenti lo trascinarono letteralmente via prima che i militari israeliani potessero ripensarci. Ero con Andrea e dovevamo dare il cambio ad un’altra pattuglia che si trovava a seguire i clashes in via Nuova Al Shallalah al confine tra Zona H1 e Zona H2. Arrivati di fronte al Golden Gate, da una parte, e la scuola Yeshiva Beit Romano dall’altra, trovammo la strada bloccata da pile di sedie bianche di plastica. Non c’erano militari e nemmeno l’ombra degli studenti. Avvertii il Field Coordinator (FC.: è la pattuglia che coordina le altre pattuglie e prende in considerazione tutte le situazioni impartendo ordini) che ci era impossibile, per il momento, raggiungere i colleghi, poi chiamai anche la pattuglia che dovevamo sostituire per avvertirla del problema. La via Nuova Al Shallalah inizia da checkpoint 55 e, in quei giorni, il confine tra le due zone era stato chiuso alle macchine da blocchi di cemento, cosa frequentissima, l’unico acceso aperto per transitare con la macchina era quello dal settlement di Beit Romano. Così, rimanemmo fermi sulla strada per diverso tempo, forse mezz’ora, forse di più. Alla fine, da Beit Romano uscirono alcuni studenti che cominciarono a rimuovere le sedie con grande lentezza. Non si scusarono, non ci guardarono neppure in faccia, un modo come un altro per rendere difficile il lavoro degli osservatori, e non fu la prima volta. A stento frenai Andrea dal dire loro qualche parolaccia. Raggiungemmo la pattuglia però i clashes erano ormai terminati e ci spostammo altrove come da turno.
Il viaggio
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