Mestieri
export managerLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
Algeria, Siria e IraqPeriodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Poco dopo l’invasione del Kuwait, Saddam Hussein blocca le frontiere in uscita agli stranieri. Rosario Simone non è riuscito a lasciare il paese per tempo e si ritrova, come molti altri, bloccato a Baghdad.
Trattenendo migliaia di occidentali nel paese Saddam voleva evitare che la coalizione che lo voleva scacciare dal Kuwait bombardasse l’Iraq. Cominciò così il nostro periodo più doloroso a Bagdad. La sera stessa andai al caffè dei samovar. La televisione continuava a mostrare senza sosta i carri armati di Saddam che tornavano indietro. In TV, la missione sembrava proprio compiuta. Ma nessuno ci credeva, soprattutto gli smaliziati iracheni, i quali evidentemente conoscevano le cose di casa loro assai meglio di noi. Cercavo il mio amico egiziano, quello che accendeva sempre i narghilè. Chiesi al vecchio cassiere curdo: “Dov’è Abu Farid?” “Abu Farid schlafen”. Il vecchio era stato una settimana in Germania tanti anni prima e voleva sempre mostrarmi tutte e sette le parole di tedesco che aveva appreso in quell’occasione. Non sapevamo cosa fare e nessuno sapeva darci un suggerimento. Cominciarono anche i nostri inutili pellegrinaggi all’ambasciata d’Italia, le inutili ed interminabili assemblee di connazionali nel centro culturale.
Le passeggiate cadenzate dalle varie tappe fisse presso i vari suq, l’ufficio postale, la lavanderia egiziana e il posto telefonico pubblico presero di colpo a moltiplicarsi e a riempire i vuoti fra una nostra iniziativa e l’altra. Avrei voluto impiegare il tempo leggendo un libro ma non riuscivo a trovare la concentrazione necessaria neppure per leggere Topolino. In quei giorni facevamo lunghe file ai telefoni pubblici e aspettavamo per ore dopo esserci iscritti in una apposita lista. Quando arrivava il mio turno qualcuno urlava: “Rozario, cabina wahid!” ed entravo nella cabina numero uno ma ahimé senza riuscire a parlare con l’Italia. Le conversazioni con quelli della SIP irachena erano tutte speciali. C’era sempre qualcuno che ti diceva “Yes Mister, No Mister, Go Mister!” E quando dicevi loro shukran, loro rispondevano in coro “hello!” Per la gioia dei custodi del campus Mimmo venne a vivere nell’appartamento assegnatoci dall’Università perché non si sentiva più sicuro nell’albergo. Solo dopo diversi giorni riuscii a parlare con mio padre e mi colpì il fatto di sentirlo per la prima volta in vita mia così spaventato. Loro sapevano assai meglio di noi quello che stava succedendo quaggiù. Era chiaro!
Il viaggio
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L’invasione del Kuwait
Come al solito tornai a Bagdad nell’ora più calda del pomeriggio. Aspettai a lungo l'autobus finché...