La pastasciutta è pronta

C’è il Golico su davanti a noi a qualche chilometro, a destra in basso a qualche centinaio di metri il fiume Voiussa e al di sopra un gruppo di case che si dice “Siddanai”. Noi della 560 T.R.T. saremmo nella cosidetta Valle Tomba. Ho intravisto qualche giorno fa il mio concittadino ten. Tanti, degli artiglieri della 470, sulla strada che porta al ponte sul fiume costruito dagli artiglieri e che è servito anche per il nostro passaggio. Crediamo di trovare qui un po’ di riposo, perché la 560 è in attesa di nuovi ordini, anche se il Golico la sera bolle di lampi e di colpi d’artiglieria e la notte è tutta un rumore! Dopo tanti giorni di movimento, a tappe snervanti, c’è stamani un po’ di sole, che ci invita al riposo e a prepararci un buon pasto caldo. Prepariamo pastasciutta per tutti. E proprio quando c’è l’invito ad avvicinarsi, in ordine, alle marmitte per la distribuzione, improvvisamente, quasi radendo la montagna fra il Golico e Siddanai, ci sono sopra sei aeroplani inglesi con le mitragliatrici che eruttano. Fanno per fortuna solo un passaggio, poi spariscono verso l’alto. Ci nascondiamo o no? La pasta è lì pronta, maledetti! A qualcuno che corre cade la gavetta, ma la maggioranza dei soldati rimane lì, in attesa della pastasciutta, perché la fame è tanta e vince la paura.

Valle Tomba, 14 aprile 1941

E camminiamo, di giorno e più spesso di notte. Si combatte e si muore, senza rimpianti,_forse per farla finita al più presto. Kalibachi! C’è lotta e tragedia. più su a destra ancora vallate dove si annida il nemico, scoppi di mitraglia e di mortaio. Si passa Borgo Tellini, con la speranza di una giornata di riposo e di sole. No. Dobbiamo ancora avanzare e aumenta la tensione per le imboscate più frequenti di prima. Siamo ai ferri corti fra noi e il nemico che fugge.