Il non senso

La distanza tra West ed Est non può essere solamente un tratto di cielo. Quanto tutto in West ha un senso che qui, in India, riesci neppure ad immaginare; quanto la mia vita piena di senso, qui riesce a respirare, libera nel non senso. Il non senso d’un tempio su una montagna dove i drivers di bus, dopo una corsa folle di nove, dieci ore tra mucche e uomini, si fermano ad accendere dell’incenso ad un Krishna che sul bus è vicino alla foto di Marylin Monroe. Alla fine della corsa un addetto cambia le collane di fiori, dovuto omaggio a Krishna. Il non senso di un amico che ritrovi dopo cinque anni e ti offre del fumo così buono che non riusciamo più a parlare ma solo a ridere, a ridere. E dentro quel ridere rauco ritrovo il mio eremita. Un non senso che trova la sua essenza ne gli indiani quando, interrogati, rispondono affermativamente scuotendo la testa in segno di diniego. E’ si o no? E’ si e no, mucche e bus, fretta ed ascesi, e povertà che è solo ricchezza, ricchezza di senso. Con il bus abbiamo superato un elefante che aveva superato due sadhu. Verso cosa tutti quanti andavamo?